Obiettivi
Il primo obiettivo del Centro di Neurocanto è stato individuato già alle origini del percorso, perché insito, come fosse un tutt'uno con l'idea del Centro stesso. E' ben preciso e si concretizza nella formazione di una
rete, nel senso più arcaico del termine.
Oggi quando si parla di "reti" si fa riferimento ai social network. La nostra rete ha qualcosa in più, pur andando a ritroso non solo virtualmente, perché intravede la possibilità di condividere altre realtà, anche eventualmente con una effettiva presenza fisica su altri territori. Spostandosi in altre regioni si agevolano nuove circostanze, sempre con il fine di costruire una comunicazione più diretta, per scambiare le proprie conoscenze, le competenze, le esperienze e i risultati, pur se in differenti itinerari di studio.
In altri termini il lavoro altrui deve essere vissuto senza competizione, in modo che le relazioni diventino costruttive, rafforzando - ciascuno - il proprio bagaglio di attività peculiari...
In questo modo si dà spazio ad uno scambio reciproco fatto di incontri, seminari, conferenze, convegni, in cui si possano condividere "fatti" e non "parole". Ora è chiaro che la rete, concepita come social network, ovviamente rimane intrinseca, ma solo come mezzo e mai come fine. Mai quindi come ultimo obiettivo.
Il Centro ha dentro di sé una pretesa ambiziosa: accomunare gran parte degli obiettivi, delle esperienze, dei lavori, che pullulano in questo settore, dove musica e vocalità sono un'importante risorsa del "benessere-salute", con l'intento di non far cadere e disperdere le cospicue risorse che anche il territorio italiano possiede. Il tutto non solo per estendere le proprie conoscenze, ma principalmente per la possibilità che ciascuno può avere di collaborazione con l'altro, ai fini esclusivi di rinvigorire il proprio lavoro anche di ricerca, rafforzandolo. E' il modo più bello e naturale per inseguire obiettivi comuni, quelli aderenti alla consapevolezza del "fenomeno curativo del canto", retto da principi scientifici e corroborato da ricerche e studi universitari, convalidanti comunque comuni risultanze.
Non lasciamo che qualcuno si chiuda nel "proprio orticello" per agire in tutta autonomia, privo - volutamente - di adeguata visibilità. L'Italia è piena di molte di queste isole, dove si realizzano lavori di alta professionalità, ma - a volte - fissi al centro del proprio "seminato". Un paese come l'Italia può crescere solo quando "gli uni sapranno degli altri".
Il nostro Centro si prefigge dunque di accomunare le varie realtà socio-culturali su musica e canto terapeutico, anche all'interno delle Arti Terapie o lì dove la voce cantata diventa sostegno nella formazione e nella conduzione di cori appositi a fini riabilitativi o di miglioramento del proprio stato psicofisico.
Gli
obiettivi principali stabiliti all'interno dell'Organico, ruotano principalmente attorno a questa idea divulgativa di quanto appartiene per natura a "canto", "voce cantata" e "vocalità". E solo per proprietà transitiva alla "musica".
Se in questi ultimi anni l’exploit dei “cori di malati di Alzheimer”, organizzati da intraprendenti musicoterapeuti di diverse nazioni europee, ha posto infatti il canto all’apice della stessa musicoterapia, possiamo conclamare, esultanti, di aver raggiunto il punto in cui musicoterapia e cantoterapia si incontrano.
I risultati, incastonati nel
benessere (inteso come migliore qualità di vita), favoriscono e aiutano contemporaneamente l’
omeostasi e dunque la
salute (intesa come equilibrio organico psicofisico), i cui frutti oggi sono supportati e convalidati dalla Ricerca.
Nella nostra missione c'è la volontà precisa di dilatare gli orizzonti, non solo nell'ambito della vocalità, del canto e della musica, ma anche nella direzione di quegli altri campi più o meno paralleli, che le Arti Terapie continuano a riservarci. Scopo esclusivo: "unire le forze", per garantire quelle evidenze apportate alla salute e al benessere dell'uomo, in particolare attraverso la scelta musicale dell'azione vocale. E quindi per convogliare gli obiettivi di ciascuno nella direzione di un "riconoscimento" globale, non solo scientifico ma anche legislativo, per alcuni versi è già in fieri. Ma la strada da percorrere in Italia è lunga e piena di ostacoli.
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